Quando la vita ci mette con le spalle al muro abbiamo la possibilità di avere accesso a risorse al nostro interno che nemmeno pensiamo di avere.
La nostra reazione è unica, personale. Può letteralmente sorprenderci. Non dare per scontato il tuo modo di reagire. Io l’ho fatto e mi sono clamorosamente sbagliato. Ti racconto la mia storia.
LA MIA ESPERIENZA
Mi ricordo perfettamente il giorno della diagnosi: era mercoledì 11 maggio 2011, una mattina soleggiata di un giorno qualunque. Il mio neurologo, con modi gentili e con la pacatezza che lo contraddistingue, mi aveva appena comunicato l’ineluttabile diagnosi.
Sentivo su di me lo sguardo di mia moglie, seduta al mio fianco, a caccia di un dettaglio, di un appiglio sul mio volto che potesse farle intuire come gestire una mia prossima e giustificata reazione.
“Certo che quando faccio una cosa la faccio proprio bene” dissi quasi scherzando.
Probabilmente era il mio modo istintivo di difendermi, ma in realtà avevo iniziato il mio nuovo percorso.
Questa è stata la mia chiave di volta, il click che ha innescato la mia rinascita.
Finalmente l’ansia che avevo avuto perché non capivo cosa mi stava succedendo poteva sparire. Il mio nuovo compagno di viaggio aveva nome e cognome. Potevo guardarlo negli occhi, studiarlo, conoscerlo e affrontarlo con tutto me stesso.
Mi ero scoperto mortale ma assolutamente pieno di vita, senza un solo secondo da perdere. Presente. Centrato. Focalizzato su un obiettivo: il mio percorso di cura e quanto potevo mettere in campo per facilitarlo.
Trovo che la malattia possa diventare un’opportunità di crescita se sappiamo cogliere il suo messaggio, se sappiamo adottare il giusto approccio. La malattia in sé è una chiara manifestazione di un disequilibrio energetico, un segnale che il corpo ti invia per indicarti che sei lontano dalla tua vera essenza.
Ti interessa il mio modo di affrontare la malattia?
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ACCEDI AL TUO POTENZIALE
Quando la vita ci mette con le spalle al muro abbiamo la possibilità di avere accesso a risorse al nostro interno che nemmeno pensiamo di avere, a patto di essere disposti a cambiare il nostro modo di agire e di reagire, il nostro punto di osservazione fisso, le nostre conclusioni limitanti.
Lo so, sembra difficile e contro-intuitivo, ma questo è un passaggio fondamentale.
Non possiamo pensare che per la nostra crescita personale sia sufficiente bere una tisana, fare un po’ di meditazione oppure un esercizio di respirazione e poi continuare con le nostre abitudini quotidiane, aspettando che qualcuno o qualcosa risolva tutto per noi, non è come prendere una pastiglia miracolosa.
Occuparsi del nostro benessere interiore è un lavoro che necessita costanza, non è sempre facile e piacevole, ma è ricco di soddisfazioni, di meraviglia, di vita.
DIVENTA PARTE ATTIVA DEL PERCORSO DI CURA
Diventare parte attiva nel tuo processo di cura, ti permette di non essere più solo un malato, ma un individuo con i suoi valori, la sua unicità. Ti dà la possibilità di tornare ad essere in equilibrio e questo influisce sul tuo modo di vivere, sul tuo processo di cura, perfino su chi ti circonda.
- respirazione
- meditazione
- alimentazione
- visualizzazione
- affermazioni
- scrittura (Trovi un esercizio in questo articolo sulla gestione del tempo)
- esercizi fisici attivi e con attenzione
- …
Sono solo alcuni esempi di quello che puoi mettere in campo per recuperare calma, energia e benessere per gestire il tuo compagno di viaggio.
Dipende sempre da una tua scelta: puoi restare seduto a lamentarti e lasciare la guida al tuo oscuro passeggero, oppure fargli capire che sei molto di più di una malattia. La barca è la tua, tuo è il timone.
Se condividi questo approccio, se ti è capitato di percepire un segnale che non puoi più ignorare, chiamami. Ne sarei felice.
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