Fare un bilancio è utile per la tua autostima. È come aprire un vecchio cassetto e recuperare qualcosa che può risultare fondamentale per ripartire con nuova linfa, mette in evidenza cosa ha funzionato e cosa lo ha fatto meno.
In occasione dei miei primi dieci anni dalla diagnosi, ho deciso di fare un bilancio. Serve sicuramente alla mia determinazione, ma spero che le mie riflessioni possano essere di stimolo anche per altri compagni di viaggio.
LASCIAMI FARE UN BILANCIO
E la prima volta che sento l’esigenza di fare un bilancio.
A dire il vero questi ultimi sono stati anni travagliati e non solo per me, ma l’anno che si sta concludendo mi offre spunti di riflessione che magari possono servire a qualcuno.
Quest’anno ho compiuto dieci anni di percorso con il mio particolare compagno di viaggio.
In questi anni poi a bordo della mia barca si è aggiunto lo sconforto per la chiusura del casinò dove lavoravo da trent’anni, il crollo di un’intera comunità dove sono nato, cresciuto e coltivato passioni e sogni e dove abitano tuttora genitori e amici fraterni.
A tutto ciò va aggiunta la pandemia, l’incertezza, la paura, il terrore comunicato quotidianamente e la necessità di adattarsi a cambiamenti che sono lontani dal trovare una soluzione nel breve periodo.
Troppe domande, poche risposte.
Ma questo anno mi ha donato anche qualcosa di molto positivo.
Soprattutto da quando ho iniziato ad occuparmi di quello che stava al mio interno, nel mio animo e meno a questo frastuono incessante al quale siamo sottoposti quotidianamente.
Ho deciso di spegnere e ascoltare il mio silenzio. E mi sono ritrovato.
LA MIA TRASFORMAZIONE
Ho deciso di trasformare la mia malattia in opportunità di crescita, divulgando il mio percorso.
- Per sei mesi ho frequentato un corso universitario svizzero per imparare a creare corsi di formazione per adulti.
- Mi sono iscritto ad una formazione professionale che mi insegnasse a comunicare meglio utilizzando gli strumenti che la quarta rivoluzione industriale ci sta fornendo.
- Sto imparando a fare video, a scrivere, a creare contenuti e a divulgare la mia esperienza attraverso un sito e i social, con la speranza che il mio vissuto possa essere fonte di ispirazione per altri.
Presunzione o follia? Il farlo mi da gioia, mi fa stare bene con me stesso e con gli altri. Ed è quello che conta.
A gennaio inizierò un percorso con alcune persona che hanno richiesto il mio aiuto.
Forse è solo una goccia, ma è meraviglioso sapere che posso fare qualcosa per qualcuno.
LA LEZIONE CHE HO IMPARATO
Finalmente ho capito concretamente cosa significa l’espressione:
Ascoltati, dentro te hai tutte le risorse necessarie per andare oltre le difficoltà. Sempre.
Si tratta di scegliere, di fare il primo passo verso qualcosa che ti fa stare bene.
Fosse anche un dettaglio, un frammento di vita. Ma qualcosa che nessuno può toglierti e che anzi ti spinge ad essere migliore di quello che sei per conquistare un altro pezzettino.
Domani è l’ultimo giorno dell’anno.
Andrò in piscina, per la 365 volta da quando ho iniziato ad occuparmi del mio oscuro passeggero. Perché la vita, se la guardi bene, è fin troppo precisa.
Buona vita a tutti.
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