Oggi il mio scorrere con il mio oscuro passeggero mi ha condotto ad unire in una singola scelta la Sclerosi Multipla e terapia. Vado in ospedale per la prima volta.
Da qualche parte ho letto che la vita è come un fiume. E il fiume nel suo scorrere non è mai lo stesso: a volte è placido, a volte impetuoso. Ci sono cascate, percorsi sotterranei, curve rapide nel suo procedere inevitabile dai monti verso il mare.
Secondo me anche la vita è così. Non è sempre un percorso sereno, statico. Gioie e dolori si alternano come la luna e il sole nel cielo. Quello che possiamo fare è scorrere. Adattarci alla corrente e vedere dove ci porta. Perché andare controcorrente non è sempre la soluzione vincente.
Ma questo è comunque il mio modo di scorrere, è il mio fiume e non è detto che il mio modo di vivere sia giusto oppure adattabile anche al vostro fiume. Quello che intendo dire è che questa accettazione del cambio di percorso del mio fiume mi ha portato a conoscere altri aspetti della mia esistenza, sfumature che non notavo. Ho recuperato dei frammenti di me stesso e questo lo considero un valore.
A volte mi definisco un privilegiato. Sembra assurdo ma è così. Grazie alla malattia ho rimesso i piedi per terra. Siamo mortali. Tutti lo sappiamo, ma nessuno ci riflette. Viviamo la nostra esistenza dando tutto per scontato senza prestare attenzione a ciò che ci circonda.
Dico questo perché l’11 maggio 2011 il mio fiume ha cambiato il suo scorrere. Mi è stata diagnosticata l’ SMPP ovvero Sclerosi Multipla Primaria e Progressiva, niente farmaci disponibili, bastone e sedia a rotelle all’orizzonte.

Ho rifiutato una terapia sperimentale (malato si, cavia no) e, visto che al momento non esistevano cure efficaci, ho iniziato a contenere gli effetti della mia malattia attraverso le mie sole forze, occupandomi insomma più della mia barca che del fiume. Pensiero positivo, gioia nel fare solo le cose che amo, musica, circondarmi e parlare con persone positive, e poi NUTRIRMI ovvero introdurre nel mio corpo solo sostanze il più possibile sane attraverso una sana Alimentazione.
I risultati, oggettivi e soggettivi, non sono mancati e sento che questo modo di vivere sano è uno strumento prezioso del quale ora non riesco a privarmi.
Oggi però il mio fiume farà un cambio di direzione.
Sto per prendere un farmaco. È il primo per la forma della mia malattia.
Ho un po’ paura, ma è positivo. Dolore e paura li considero miei alleati da sempre, compagni di viaggio insostituibili per evitare che un oscuro passeggero come l’ansia si metta al timone della mia barca.
Ci vuole coraggio ad assumere questo farmaco in quanto è contro il sistema immunitario ed esistono comunque controindicazioni, ma ci vuole altrettanto coraggio a non prenderlo e probabilmente rinunciare ad uno strumento che può addirittura congelare l’inesorabile degenerazione che mi affligge.
Oggi il mio fiume fa un cambio di direzione. Ma almeno questa volta sono io a scegliere.
Dove andrà la mia barca non lo so con certezza, ma non mi preoccupo più di tanto.
Io continuo a scorrere sereno











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