Kintsugi e sclerosi multipla: le cicatrici e la forza della resilienza

18 Febbraio 2025

Proprio come nella filosofia giapponese del Kintsugi, in cui le crepe di un oggetto rotto vengono evidenziate con l’oro anziché nascoste, anche le cicatrici nell’anima lasciate da una malattia come la Sclerosi multipla possono diventare simboli di forza e rinascita.

La vita è fatta di imprevisti, cicatrici che segnano il nostro cammino. Per chi convive con una malattia degenerativa queste fratture possono assumere molte forme: la perdita di una funzione motoria, la stanchezza cronica, la perdita dell’autonomia e il senso di esclusione. 

Ma attraverso un percorso di accettazione e crescita personale possiamo trasformare le incrinature in ricchezza, la malattia in opportunità di crescita ed evoluzione.

Il Kintsugi: trasformare le crepe in arte

Il Kintsugi è un’antica tecnica giapponese che consiste nel riparare ceramiche rotte utilizzando la polvere d’oro mescolata con della lacca. Il risultato finale non rende semplicemente utilizzabile l’oggetto, ma ne accresce il valore estetico e simbolico, in quanto le linee dorate raccontano la storia della rottura e della rinascita, trasformando le ferite in ornamenti preziosi.

Ma il Kintsugi, non è solo una forma d’arte, ma una vera e propria filosofia, molto distante da quella occidentale nella quale il dolore e soprattutto la sofferenza sono considerati sentimenti inutili, addirittura sterili.  

Al contrario la sofferenza può diventare uno strumento, un moto dell’anima grazie al quale ciascuno di noi ha la possibilità di comprendere più a fondo se stesso e ridisegnare la propria esistenza, non per ristabilire un equilibrio antecedente, ma esprimendo una nuova configurazione, una trasformazione. 

Nella filosofia occidentale i difetti fisici o la disabilità sono drammatizzati, camuffati per aderire a un modello di perfezione estetica che spesso è fuorviante e irraggiungibile ma proposto quotidianamente dai mezzi di comunicazione. 

Secondo il Kintsugi questi segni vanno valorizzati in quanto elementi di fascino e di unicità.

Infatti il dolore, per i giapponesi, non incarna la vergogna, un sentimento da estirpare o da occultare. E l’imperfezione estetica non rappresenta un elemento capace di rovinare l’armonia di una figura. 

Le crepe dell’oggetto rotto non vanno nascoste né mimetizzate ma valorizzate, esattamente come le cicatrici, i difetti fisici e le ferite dell’anima che non vanno celate ma esibite senza imbarazzo, essendo le stesse parte dell’uomo e della sua storia.

Sclerosi multipla: le crepe della vita

Anche ricevere una diagnosi di Sclerosi multipla è un evento che segna profondamente, una crepa nel percorso della vita. Dopo un evento simile le sfide quotidiane possono sembrare ostacoli insormontabili, i cambiamenti fisici e psicologici difficili da accettare possono mettere alla prova anche la persona più resiliente. Tuttavia, proprio come nel Kintsugi, queste fratture possono essere trasformate in qualcosa di significativo e prezioso.

Accettare la sclerosi multipla non significa arrendersi, accettare passivamente gli eventi ma, al contrario, una nuova consapevolezza può portarci a  riconoscere il proprio percorso alla ricerca di nuove modalità di vivere con la malattia. 

Ogni difficoltà superata, ogni adattamento, ogni momento di lotta diventa una linea dorata che racconta la storia della propria resistenza e capacità di trasformazione. 

Addirittura cambiare questo paradigma può portarci a diventare un esempio da seguire, a diventare fonte di ispirazione per coloro che come noi si trovano confrontati con cicatrici che segnano le loro esistenze.

La resilienza come arte della vita

Il significato della porola “resilienza” è molto chiaro: è la capacità di affrontare e superare le avversità, trovando in esse una possibilità di crescita. Come il Kintsugi insegna a vedere la bellezza nelle crepe, così chi convive con la sclerosi multipla può imparare a riconoscere la propria forza nelle difficoltà affrontate.

Attraverso un percorso di crescita interiore possiamo ricuperare il nostro valore: siamo individui unici, preziosi e possiamo ancora dare il nostro contributo.

Ecco alcuni modi in cui il principio del Kintsugi può aiutare nel percorso con la sclerosi multipla:

  1. Accettare il cambiamento: La vita con la sclerosi multipla è imprevedibile, ma accettare le proprie fragilità è il primo passo per recuperare i nostri talenti, i nostri veri punti di forza.
  2. Valorizzare le proprie esperienze: Attraverso un percorso interiore possiamo scoprire che ogni piccolo passo, ogni battaglia vinta, ogni momento difficile superato aggiunge valore al proprio percorso e alla propria identità.
  3. Coltivare la bellezza interiore: Proprio come un vaso riparato con il Kintsugi diventa un’opera d’arte, anche il percorso personale può diventare un capolavoro di resilienza e determinazione.
  4. Affidarsi alla comunità: Come un oggetto riparato ha bisogno di mani esperte, anche chi affronta la sclerosi multipla può trovare forza nel supporto di familiari, amici e professionisti. Il contesto sociale al quale apparteniamo va coltivato, in modo da poter essere aiutati ma anche apportare il nostro valore che la malattia non può eliminare.

In Conclusione: la bellezza di essere unici

La sclerosi multipla porta dei cambiamenti, ma questi non devono essere visti come una perdita definitiva. Accettare la malattia è un eterno bilancio tra la capacità di lasciare andare e quello di essere pronti ad accogliere ciò che c’è di nuovo.

Le difficoltà quindi non cancellano il valore di una persona, ma al contrario possono evidenziare la forza, rendendola unica e preziosa.

Siamo molto di più di quello che la malattia ci spinge a credere di essere: la chiave può essere quella di accogliere le proprie cicatrici, per trasformarle in linee d’oro che raccontano la nostra storia.

Il Kintsugi ci indica che attraverso una ferita risanata e dalla lenta riparazione conseguente, può rinascere una forma di bellezza e di perfezione superiore. I segni impressi dalla vita sulla nostra pelle e nella nostra mente hanno un valore e un significato, e che è da essi, dalla loro accettazione, dalla loro “rimarginazione”, che prendono il via i processi di rigenerazione e di rinascita interiore che ci rendono delle persone nuove.

E proprio come un’opera d’arte riparata con il Kintsugi, si può continuare a vivere con dignità, coraggio e la certezza che ogni crepa è una testimonianza di forza e rinascita.

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    Paolo Boffa

    Aiuto le persone affette da sclerosi multipla a ottenere la forza mentale e fisica necessaria per affrontare positivamente le difficoltà e riacquistare un nuovo benessere.A differenza di altri coach o fisioterapisti non affetti dalla patologia, propongo la mia diretta esperienza da malato, aspetto che mi permette una profonda condivisione, fondamentale per comprendere il livello del disagio dei malati, delle loro difficoltà e consentendomi di fornire loro gli strumenti più adatti al raggiungimento degli obiettivi che si sono posti.

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